A proposito di Propolis

A proposito di Propolis

La propoli è una sostanza raccolta ed elaborata dalle api a partire da materiale resinoso, ha una funzione di protezione da vari agenti patogeni che potrebbero danneggiarle, viene raccolto sulle gemme e sulla corteccia di piante come pioppi, betulle, ontani, abeti rossi, pini, salici, olmi, querce, ecc. Le api mescolano la resina con polline ed enzimi e poi introducono il tutto nell’alveare, dove vengono aiutate da altre api per il deposito. Il colore della propoli può assumere diverse tonalità, che vanno dal giallo al rosso al marrone, arrivando anche al nero. Queste diverse colorazioni sono tutte da ricollegare alle differenti piante di provenienza, dalle quali può dipendere anche l’odore, che risulta comunque essere sempre piuttosto aromatico. Generalmente le api si dedicano alla raccolta della resina nelle giornate più calde, quando questa è facilmente lavorabile e trasportabile.  Le api prelevano questa sostanza e la trasportano, immagazzinandola nelle zampe posteriori, fino all’alveare. La propoli appena raccolta viene elaborata tramite le secrezioni ghiandolari delle api che ne modificano in parte la struttura chimica. 

Le api la utilizzano soprattutto per la sua azione antisettica e antibatterica, per neutralizzare funghi, batteri e virus,  con essa le pareti interne dell’alveare e il fondo delle celle destinate a ospitare covata o miele. Eventuali piccoli intrusi penetrati nell’alveare possono essere uccisi e “imbalsamati”  come ad esempio coleotteri, ma persino topi, che poi vengono isolati con questa sostanza per arrestarne la decomposizione. Le api utilizzano la propoli anche come materiale da costruzione, per otturare le fessure dell’alveare, per fissare gli elementi mobili dell’arnia, per ridurre gli spazi che non corrispondono al loro innato senso della geometria e, laddove l’apertura di ingresso dell’alveare sia troppo larga, per ostruirla con blocchi di questa materia, lasciando soltanto lo spazio necessario. 

La propoli raccolta in autunno presenta una predominanza di sostanze resinose a differenza di quella prelevata nel periodo primaverile nella quale prevalgono le cere.

Il sistema di raccolta consiste nella utilizzazione di griglie, che vengono collocate al posto della soffitta dell’alveare: gli interstizi vuoti delle griglie inducono le api, che regolano gli spazi dell’alveare secondo una geometria precisa, a riempirli con la propoli. Questa tecnica viene applicata nella stagione calda, quando le api spontaneamente raccolgono la propoli: con questo metodo la propoli è più facile da raccogliere, e il suo livello di freschezza e purezza molto maggiore. 

Cosa contiene la propoli

È stato dimostrato che la sua composizione chimica, già di per sé molto complessa, varia in base a diversi fattori, tra cui le piante di origine, il tipo di api che la raccolgono, il clima e il periodo di raccolta.  La propoli contiene 300 molecole attive, ed è composta dal 30% di cera, contenuta nella propoli stessa o secreta dalle api, dal 50% di resine e sostanze balsamiche, dal 10% di oli essenziali, dal 5% di polline e dal 5% di materie organiche o minerali. Sostanzialmente, essa è costituita da polifenoli e componenti aromatiche (flavonoidi, fenolacidi, composti fenolici e cumarine),terpeni (olii essenziali) e elementi vari, tra cui aminoacidi, sali minerali (ferro, rame, calcio e manganese) e vitamine. La componente più interessante è data dai flavonoidi, che sono composti chimici vegetali diffusi nelle piante superiori e hanno molteplici proprietà, tra cui quelle antiossidanti, protettive della permeabilità dei capillari ematici e linfatici, antiinfiammatorie nei processi che colpiscono le mucose, la pelle e le articolazioni, e, tra l’altro, favoriscono l’assunzione della vitamina C e del calcio.

Le proprietà della propoli

A una composizione così ricca e complessa corrispondono molteplici proprietà benefiche e curative. La propoli svolge una forte azione antibiotica, antivirale e antimicotica ed è molto utile per contrastare alcune forme di Herpes e di Candida. È, inoltre, un validissimo antibatterico: inibisce la proliferazione dei germi e contribuisce alla loro eliminazione anche stimolando la reazione del sistema immunitario. La propoli viene spesso usata in caso di raffreddore, mal di gola, faringiti, tracheiti, tonsilliti e affezioni del cavo orale (afte, ascessi e vescichette). Come testimoniano gli usi fatti fin dal passato, la propoli è sempre stata apprezzata per il suo potere cicatrizzante e disinfettante e per questo impiegata per la cura di ferite, piaghe, bruciature e irritazioni cutanee. Infine, la propoli ha effetti anestetizzanti, stimola la rigenerazione ossea e cartilaginea e svolge una funzione vasoprotettiva.


Inoltre la propoli ha le seguenti proprietà:

– azione battericida o batteriostatica contro un grande numero di diversi batteri per esempio Helycobacter Pylori, Streptococcus mutans, Streptococcus Aureus, Streptococcus pneumoniae, Streptococcus pyogene, Escherichia Coli, Haemophilus Influenzae, Moraxella Catarrhalis, Bacillus Cereus, Campylobacter jejuni, Pseudomonas Aeruginosa e altri
– rinforza l’azione degli antibiotici (vale per la penicillina, per la sefralina, per la doxiciclina, ma non per l’ampicillina), e riduce la formazione di resistenza agli antibiotici.
– anti-infiammatorie
– antivirali, per esempio contro il virus dell’herpes
– anticoaglulante (inibisce la coagulazione delle placche sanguinee)
– fungicida (per esempio contro la candida albicans)
– antiparassitario (par ex. trichomonas)
– inibisce la crescita di cellule tumorali
– antiossidante
– cicatrizzante
– immuno-regolatore
– anestetico locale
– effetto disintossicante e protettivo del fegato
– stimolante della circolazione sanguigna

I suoi usi possibili in pratica

– nella rino-faringite, bronchite, laringite, faringite e angina
– nei casi di herpes e influenza
– nelle ulcere di stomaco e intestino
– nelle bruciature e nelle ferite
– in ulcere, eczemi, acne e foruncoli
– in affezioni articolari degenerative e infiammatorie
– nelle infezioni urinarie e vaginali
– in agricoltura: contro funghi e microorganismi patogeni (Oidium sp, Fusarium sp, Phitoptora sp, Esclerosis sp, Batteriosi sp, Peronospora sp, Botrytis, Alternaria sp, ecc.), parassiti (Afidi), e come cicatrizzante dopo la grandine; come trattamento post-raccolta conservativo di mele e agrumi
– in veterinaria: per una vasta serie di usi, come per le mastiti delle mucche, come additivo alimentare per le galline ovaiole, per vari disturbi degli animali da compagnia (eczemi, infezioni), ecc.

Preparazione
Le estrazioni alcoliche si ottengono lasciando macerare la propoli in alcol etilico a 95° per un periodo di 3-4 settimane; durante la macerazione è necessario agitare frequentemente la soluzione. Il processo di estrazione si conclude con la filtrazione che consente di “pulire” la soluzione dal deposito. Generalmente si preparano estratti con concentrazione al 30% (70 g di alcol e 30 g di propoli). La soluzione alcolica di propoli (detta anche tintura di propoli) può essere utilizzata pura oppure diluita in acqua, latte o miele; l’estratto di propoli diluito in acqua dà origine ad una soluzione lattescente che possiede la stessa efficacia terapeutica. La tintura di propoli si conserva a temperatura ambiente e al buio.
Chiunque può prepararla, per uso proprio, a partire dalla propoli grezza.
Occorre congelare la propoli grezza per poi poterla più facilmente sminuzzare o polverizzare, in un mortaio o con l’aiuto di un macinino, tenendo conto che il calore indotto dalla macinazione, se prolungata, può riportare la propoli al suo stato resinoso, e che perciò essa può incollarsi agli strumenti usati. Occorre anche ricordare che la propoli macchia, e che è difficile togliere una macchia di propoli da un vestito, mentre da una superficie è facile farlo usando l’alcool come solvente. Occorre scuotere vigorosamente ogni giorno per favorire la dispersione dei principi attivi nell’alcool.
A macerazione ultimata, senza agitare, la parte liquida (che avrà formato uno strato superiore) può essere filtrata con carta da filtro. Il resto delle impurità e della cera della parte fangosa che si forma sul fondo possono essere filtrate alla fine, per non ostruire subito il filtro. 

Bibliografia 
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FEARNLEY J.”Propoli, l’antibiotico naturale”, Macroedizioni

OLIVERO G., GIACOSA M., 1981 – Api e apicoltura. CLESAV
PISTOIA A., 1993 – Apicoltura tecnica e pratica. Ed. L’Informatore Agrario
PIANA L, 1991 – Gelatina reale, polline, propoli e cera. L’Italia agricola
ROSSI P., 2006 – Comparazione di metodi di produzione della propoli. Apoidea 3
SERRA G., 2002 – La propoli. In “Apicoltura, il Sapore di una Storia. I prodotti dell’apicoltura” a cura di Sabatini A.G. e Carpana E., I. N. A., Bologna, Ed. Leader II
TONINI D’AMBROSIO M., 1986 – L’apicoltura. Ed. Paoline
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